Da non credere, eppure è successo: alcuni sacerdoti fanno irruzione e interrompono lo spettacolo ‘Il mercante di monologhi’ di Matthias Martelli.
Perché direte voi… perché non hanno gradito un monologo di pura satira in cui l’attore assume i panni di Don Iphone che indottrina i proseliti della ‘rete’, cioè di Internet.
Ho visto personalmente lo spettacolo che ho trovato veramente gradevole e pieno di spunti di riflessione anche se inseriti in un contesto comico che, in alcune parti, diviene esilarante. (vedi articolo scritto in aprile).
Ognuno di noi ha una propria sensibilità e, sinceramente, il monologo di Don Iphone è stato uno dei più divertenti non solo per me, ma anche per le persone che mi accompagnavano. E’ un monologo sobrio che non ha nulla di dissacrante ma, proprio perché ognuno di noi intende le cose a modo suo, ecco il monologo:
Ora che lo avete visto e, sono certa, vi siete fatti un po’ di sane risate, converrete con me che in questo monologo non c’è assolutamente di dissacrante contro la Chiesa Cattolica e l’aver preso spunto dal rito della Santa Messa per mettere in scena l’I-messa è dovuto solo al fatto che viviamo in un Paese cattolico e che tutti, bene o male, conosciamo tale rito.
In quelle che erano le intenzioni dell’autore di questo monologo, non c’era certo la volontà di offendere o denigrare la religione cattolica e se l’autore stesso fosse stato Buddista o Induista o di altra religione, avrebbe assunto a paragone il rito più importante della religione in cui era stato educato.
Riporto integralmente la definizione di religione secondo il dizionario-italiano.it :
il complesso di credenze e di atti di culto che collega la vita dell’uomo a un ordine superiore e soprattutto alla divinità, intesa come fine ultimo di tutte le cose…
Nella finzione satirica di Matthias Martelli si equipara Internet ad un dio che gestisce le menti dei suoi proseliti rendendoli stolti e bigotti al punto da perdere la loro connotazione umana per aderire sempre più al modello imposto da quel dio e dalla sua religione.
Dopo aver espresso il mio pensiero lascio spazio al comunicato stampa e al video che uno spettatore ha girato per documentare l’incursione che, alla fine, ha portato a riflessioni negative sulla Chiesa e su quanto alcuni sacerdoti manchino di elasticità e di senso dell’umorismo nonostante tutti gli sforzi che Papa Francesco sta facendo per riportare un clima di comprensione e di serenità.
CENSURA DELLA CHIESA AI DANNI DELLO SPETTACOLO “IL MERCANTE DI MONOLOGHI”
Il giorno 11/09/2015, alle ore 23.15 circa, durante il Festival “Bajocco” ad Albano Laziale (Rm), un gruppo di preti e seminaristi è intervenuto durante lo spettacolo “Il Mercante di Monologhi” dell’attore Matthias Martelli, in scena con il musicista Matteo Castellan, intimando ai due di interrompere immediatamente il monologo di “Don Iphone”, un pezzo comico-satirico sulla deificazione delle nuove tecnologie e dei social network, assolutamente non offensivo nei confronti della religione.
I religiosi hanno fatto irruzione sulla scena, intimando agli attori di sospendere la rappresentazione del monologo di “Don iPhone”, vincitore fra l’altro del Premio Nazionale di Comicità “Locomix”. L’episodio è stato ripreso con i telefonini dagli spettatori, che si sono apertamente schierati in modo unanime dalla parte degli artisti, invitandoli a continuare.
La mattina seguente la Direzione Artistica del Festival ha comunicato agli attori che il Vescovo di Albano Semeraro ha chiesto al Sindaco della stessa città di impedire che la replica prevista per questa sera venisse messa in scena nella stessa piazza, pubblica, retrostante la Chiesa di S. Pietro.
(RETTIFICA: il giorno 13/09/2015 il Sindaco, intervenendo durante lo spettacolo, ha precisato che non era in alcun modo a conoscenza della questione, specificando di non essere stato contattato da nessuno e di non aver emesso nessuna ordinanza in merito. Nuovamente interpellata, l’organizzazione del festival ha specificato che la richiesta di spostare lo spettacolo sarebbe giunta da due consiglieri di maggioranza, i quali, a detta del Sindaco, agivano a titolo personale e non in nome dell’Amministrazione).
Riteniamo questo episodio una grave ingerenza nella nostra attività di artisti, una violenza verso la libertà di pensiero, oltre ad essere completamente immotivato, visto che l’obiettivo critico del testo non è la religione ma l’ossessione contemporanea nei confronti delle nuove tecnologie.
Aggiungiamo per completezza il video che testimonia quanto accaduto ieri sera:
Io penso che si sia trattato di un’iniziativa personale di alcuni preti limitata all’ambito locale. Una protesta, deprecabile per il modo con cui è stata effettuata, come ce ne sono state tante durante gli spettacoli di artisti ed oratori famosi (cito per esempio la famosissima contestazione contro Battisti, e uno spettacolo trasmesso dalla Rai in cui Teo Teocoli è stato costretto ad abbandonare il palcoscenico). La cosa appare grave perchè i contestatori sono dei sacerdoti e subito si grida alla censura della Chiesa. La Chiesa ha invece dimostrato, negli ultimi anni, di essere molto tollerante. Non è intervenuta per gli spettacoli di Madonna e Lady Gaga, pieni di simboli cristiani messi a vanvera, o contro quelli di altre band musicali addirittura sataniste. La vignetta di Charlie Hebdo, per esempio, è la peggiore offesa alla Trinità ch’io abbia mai visto ed ho provato vergogna per l’autore; ma nessuna autorità ecclesiastica si è mossa per far chiudere il giornale. Altri, come sappiamo, hanno dimostrato cosa sia veramente l’intolleranza.
I sacerdoti, evidentemente, si sono sentiti offesi dalla rappresentazione. Forse sono un tantino ipersensibili e poco “pastori”: invece di parlare a spettacolo concluso e spiegare pacatamente agli attori un po’ goliardi che parodiare la messa in fondo non è una bella cosa perché svuotare di significato un rito da molti considerato sacro e mettercene un altro, seppur innocentemente ridicolo, è dissacrazione e quindi un’offesa a coloro che credono nella realtà di quel rito, si sono eccessivamente scandalizzati, comportandosi da censori.
La questione è: se uno offende, deve essere preparato alla reazione dell’offeso. Il “diritto di satira” non significa diritto alla non-reazione del bersaglio della satira.
La mia opinione personale è che si sarebbe potuto prendere in giro i maniaci dell’Iphone e del Web senza parodiare la Messa. Bastava inventare un rito da selvaggi, o far scendere gli alieni da Marte. Penso inoltre che ciò che può dare maggiormente fastidio sia sentire storpiate le preghiere-cardine del Cristianesimo, il Padre Nostro e l’Ave Maria, e udire una musica, creata per accompagnare un contenuto serio, associata a frasi sciocche.
Forse Gesù direbbe: “Padre, perdonali perchè non sanno ciò che fanno”.
Vedo le cose molto diversamente da Donatella. Ci sono dei diritti costituzionali che nessuno può ledere impunemente. Il parroco della chiesa di S.Pietro ad Albano laziale ha agito in modo violento e sconsiderato. Sul suo ruolo pastorale non mi esprimo, questo compete al Vescovo che comunque non risulta abbia preso le distanze da questo assurdo atto. Io non faccio il prete, sono il cittadino di uno stato LAICO e pretendo che sia rispettato il diritto alla parola ed alla libera espressione. Non mi interessa minimamente se lo spettacolo fosse o non fosse blasfemo, il reato di blasfemia non esiste nel nostro codice ma solo in quello islamico. Se il sacerdote o chi per lui si riteneva offeso doveva ricorrere al magistrato; questo comportamento è coerente, anche se non altrettanto violento, con il pensiero che ha portato alla strage di Charlie Hebdo. Curiosamente (fatto veramente spiacevole) nessuna forza politica cittadina ha preso una posizione ufficiale di condanna di questo episodio, solo un imbarazzante silenzio segno di quanto certi temi non siano mai stati completamente digeriti in Italia.