Domani sarà una giornata tristissima per tutti noi in quanto si deciderà di armare la mano che potrà difendersi da un’aggressore ma inviare armi non è una soluzione, è un lavarsene le mani!
Un titolo del Sole 24 Ore recita: ‘Armi ai Curdi, l’Italia accelera‘ e su tutti i giornali si trova questa notizia proprio perché domani, a seguito della decisione presa dal Consiglio straordinario dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea riunitosi il 15 agosto scorso, i Ministri Mogherini e Pinotti relazioneranno su come occorra armare la mano del popolo Curdo affinché possa difendersi dall’aggressione messa in atto dagli jihadisti sunniti.
Che storia è mai questa? Che i popoli ritenuti minoranze vadano difesi è fuori da ogni dubbio ma armare la mano è un’idea geniale e risolutiva o serve solo a prolungare un conflitto che rischia di innescare guerre ben più ampie?
Alla fine, anziché cercare di fermare l’eccidio, diamo armi per vedere chi è più forte?
A questa domanda rispondiamo con le parole di Lao Tzu:
Alla nascita l’uomo è molle e debole, alla morte è duro e forte. Tutte le creature, l’erbe e le piante quando vivono son molli e tenere quando muoiono son aride e secche. Durezza e forza sono compagne della morte, mollezza e debolezza sono compagne della vita. Per questo chi si fa forte con le armi non vince, L’albero che è forte viene abbattuto. Quel che è forte e robusto sta in basso, quel che è molle e debole sta in alto.
Un’altra domanda sorge spontanea: ma l’O.N.U. che fine ha fatto?
L’Organizzazione delle Nazioni Unite, fra i suoi scopi principali, non dovrebbe promuovere la pace ed il disarmo?
Se pur è vero che non si può prevaricare il diritto di sovranità nazionale e che gli altri Stati non possono quindi intromettersi in questioni nazionali, possibile che l’insieme dei popoli di quasi la totalità degli Stati del mondo non riescano a trovare una soluzione condivisa per porre fine alle guerre?
La pace è il bene più prezioso ed è l’unica soluzione e, forse, spetterebbe proprio all’O.N.U. inviare i caschi blu a difesa delle minoranze seviziate, torturate ed uccise in una ‘guerra di religione’ che di religioso non ha proprio niente.
Armare la mano di un popolo non può e non deve essere una soluzione; la soluzione sarebbe disarmare chi aggredisce facendogli comprendere che la sua azione è contrastata da tutto il resto del mondo e che se insiste incorrerà in gravi ripercussioni.
Domani sarà una giornata tristissima e non solo perché si invieranno armi che sparando uccideranno sicuramente, anche per se per difesa, ma anche e ,soprattutto, perché domani avremo l’evidenza che a vincere saranno solo i ‘signori della guerra’ che continueranno ad arricchirsi grazie all’incapacità del mondo intero di porre fine alle guerre sparpagliate sul pianeta.
Come ha detto Franklin Delano Roosevelt:, 32° Presidente degli Stati Uniti:
” Più che la fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.”