Grande teatro per l’anteprima nazionale dello spettacolo Erinni. O del rimorso andata in scena questa sera venerdi 22 gennaio al Caffè della Caduta di Torino e che si replicherà domani sera, sempre con inizio alle ore 21.
Già solo il titolo fa presagire che gli argomenti trattati non possono essere spensierati e superficiali in quanto evoca creature mitologiche personificazione della vendetta soprattutto contro chi colpisce il sangue del suo sangue.
Quando le luci si spengono e lo spettacolo sta per iniziare ti aspetti che le luci di scena illuminino un quadro ben diverso dalla fievole luce che illumina la protagonista che parlando con se stessa, piano piano, ti disvela tutta la sua angosciante guerra interna.
Da quel momento in poi lo svolgersi delle varie scene assume un ritmo preciso e calibrato che non si fermerà più fino alla fine.
La protagonista è donna dei nostri giorni che vive forti contraddizioni tra ciò che vorrebbe essere e ciò che in effetti è. Le sue pulsioni più profonde la spingerebbero a divenire anche nella vita materiale ciò che a livello spirituale sente di essere ma le costrizioni interne ed esterne la spingono a fare scelte di vita che nulla hanno a che vedere con il suo sentire più animico.
La guerra interna che vive la porta ad addentrarsi sempre più in una notte buia, la depressione che, come sabbie mobili, rischia, lentamente ed inesorabilmente, di soffocare in lei la voglia di vivere. In questo percorso che rischia di portarla giù, giù verso gli inferi, deve comunque affrontare delle prove, Ad ogni caduta è sempre più stanca e disperata e, soprattutto, in contraddizione con se stessa ed anche se, da una parte vorrebbe adeguarsi al suo stato, dall’altra un imperativo assoluto non le permette di accettare una vita che sente non essere la sua.
La tensione sale con ritmo lento e costante fino alla fine quando, finalmente, come in uno scoppio, si arriva a comprendere quale sia in realtà la fine del dramma che non voglio svelare non tanto per non togliervi la sorpresa, quanto per lasciarvi il piacere di godervela fino in fondo come è successo a me.
Alice Conti e Veronica Lucchesi riescono a sostenere con grande maestria tutti i vari momenti dello spettacolo, sia quelli pieni di patos che quelli più leggeri, pur sempre impegnativi. Poliedriche e molto preparate passano dall’interpretazione classica al teatro del movimento con la delicatezza del volo di farfalla fino a interpretare balletti che ricordano vagamente le gemelle Kessler.
Più di una volta il pubblico avrebbe voluto incitarle con un applauso ma l’incalzare del susseguirsi delle varie scene, non lascia spazio all’interruzione. Anche quando lo spettacolo finisce, il pubblico, che ancora sta riflettendo sulle ultime e bellissime battute, viene colto di sorpresa e deve passare un attimo prima che finalmente esploda in un applauso che racchiude anche tutti quelli che non ha potuto fare in precedenza.
Precisi e raffinati collegamenti con alcune situazioni della vita reale attuale rendono moderno lo spettacolo che pur rapportandosi a temi arcaici ed importanti come la realizzazione del sè nel rapporto con se stessi e con il mondo in cui si vive, non dà assolutamente l’idea di un qualcosa di già visto o già detto. Molto ricercata ed assolutamente corrispondente l’allegoria della crociera a significare il viaggio evolutivo nelle profondità del proprio inconscio. Riuscita la rappresentazione del maschile e del femminile presenti in ognuno di noi che, nel marasma di momenti convulsi che ci si trova a vivere, alimentano i dubbi con la loro particolare visione dei fatti.
La scenografia è essenziale ed accoglie bene gli oggetti di scena che, di volta in volta, si trasformano in altro che l’immaginazione è pronta a cogliere. Un plauso va anche alla scelta della musica che ben accompagna.
con Alice Conti e Veronica Lucchesi
ideazione e regia Alice Conti
testo Chiara Zingarello | drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingarello
scenotecnica Alice Colla | maschere Greta Canalis
produzione ORTIKA e Teatro della Caduta
complicità la Rappresentante di Lista, TrentoSpettacoli (TN), Cavallerizza Reale Liberata (TO), Teatro Rossi Aperto (PI)
Alice Conti attrice fisica e cantante, si forma con il Balletto Civile di Michela Lucenti (2004-2008). A Londra studia drammaturgia contemporanea alla Royal Academy of Dramatic Arts con Brian Stirner. Studia e poi lavora con Emma Dante (Carmen) , Valter Malosti (Macbeth), Claudio Autelli (Risveglio di primavera, L’Insonne, L’Inquilino). Dal 2009 lavora con Sabino Civilleri e Manuela LoSicco (Educazione Fisica). Alla Biennale di Venezia 2012 e 2013 è nel workshop di Declan Donnellan. Pur senza diploma di accademia nazionale Alice Conti è l’unica attrice italiana selezionata all’Ecole des Maitres 2013 diretta da Costanza Macras: “1991. A science fiction about Central Asia” è presentato nei teatri nazionali di Italia, Portogallo, Belgio e Francia. Nel 2011 fonda il gruppo nomade ORTIKA produce i lavori “On Incompleteness of Life”(2011), “Amy&Blake. Concerto per le ultime parole d’amore”(2012), “Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera” (2013) ed “ERINNI. O del rimorso” (2016).
ORTIKA é un gruppo teatrale nomade che nasce dalla collaborazione artistica e umana tra Alice Conti (ideatrice, regista e performer), Chiara Zingariello (scrittrice, antropologa e drammaturga), Alice Colla (disegnatrice luci) e Eleonora Duse (costumista).ORTIKA è un gruppo informale di affinità. Dal 2011 produce lavori teatrali e performativi che reinterpretano la contemporaneità in chiave fisica, musicale, tragicomica e visiva.