‘ Alla ricerca della Felicita ‘ – 28 agosto a Mazzè
Una storia tra miti e leggende
Un pomeriggio intenso che finisce in dolcezza
Domenica 28 agosto, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘ Alla ricerca della Felicita ‘ a Mazzè, per un appuntamento sospeso tra mito e realtà, in cui, però, non mancheranno momenti ‘dolci’ con la degustazione dei rinomati Canestrelli di Tonengo e dell’ottimo Erbaluce.
Davide Motto, direttore artistico dell’evento, racconta il programma così:
“Talvolta la linea che distingue il vero dal finto, la realtà dai sogni o dalle leggende è una linea sottilissima, invisibile quasi inesistente. La storia di Mazzè con le sue chiese e le sue piazze, con i suoi piloni magici dove il diavolo o chi per esso può accudire i tuoi desideri, con il suo castello millenario e i panorami che regalano meraviglia, è un miscuglio tra realtà e leggenda. Quasi come la sua Regina Ypa, colei che volle trasformare queste terre aridi in frutti e da cui nacque la vite a memoria di tutte le generazioni passate e di quelle che verranno. Non scordatevi di essere felici”.
Scegliere di quali momenti parlare per far emergere la storia e le curiosità del luogo che ospiterà questo evento non è certo facile ma, grazie alla collaborazione di Aldo Valle Presidente dell’attivissima Pro-loco e dell’opuscolo Mazzè, Terra senza tempo, è stato possibile raccogliere molte informazioni.
Tra Miti e Leggende, questo il mito: C’era una volta, e per una volta s’intende un tempo risalente all’età del bronzo, una Regina che, forse, si chiamava Ypa che era anche la Sacerdotessa di Mattiaca, dea della furia e signora dei guadi. Il territorio del suo regno era formato dalle alture dell’anfiteatro morenico che sovrastavano un grande lago ed i suoi sudditi avevano origini in due popoli, i Liguri ed i Celti, che andarono a formare il popolo dei Salassi.
Ypa, essendo anche Sacerdotessa non poteva sposarsi ma, come nell’usanza dei tempi, qualche sua scappatella amorosa era tollerata dalla Dea e dai sudditi ma, nel suo caso, il gioco amoroso le scappò di mano creando serissimi e nefasti problemi.
Con l’unione dei residenti e dei venuti dal nord, la popolazione era aumentata tantissimo ed occorreva trovare una soluzione per garantire la sopravvivenza al popolo quindi, gli anziani, si recarono dalla loro Regina-Sacerdotessa affinché trovasse, su consiglio e per intercessione di Mattiaca, una soluzione.
Mettendo a frutto le grandi doti di furbizia, Ypa trovò il sistema per risolvere il problema sottopostole e, al contempo, di riuscire nell’intento di avere anche Lei, come la sua acerrima nemica, la Regina di Vercelli, molta terra coltivabile e, non da ultimo, di collocare a capo dell’impresa il suo amante del momento gratificandolo e donandogli prestigio sociale.
Praticamente il progetto consisteva nel far defluire le acque del lago, che, a dir il vero, era vasto ma non molto profondo, verso sud; per fare ciò occorreva costruire a monte una diga che trattenesse l’acqua per poter costruire canali ed un varco sotto la forra di Mazzè in modo che, a lavori ultimati, l’acqua potesse defluire tranquillamente. I lavori iniziarono e grazie alle indubbie capacità del suo amante, di cui purtroppo non si conosce il nome, proseguivano bene e veloci se non ché, la nostra Ypa lasciata troppo sola, s’invaghì di un nuovo amante ritrovandosi nella necessità di dover ‘far sparire’ il capo cantiere ormai fuori dalle sue brame. Se solitamente sarebbe stato facile farlo sparire, nel vero senso della parola, giustificando il tutto con un intervento divino, in questo caso, la faccenda si complicò molto poiché la popolazione aveva imparato a stimarlo ed a rispettarlo per il buon lavoro che stava portando avanti.
La Regina, allora, assoldò dei sicari che avrebbero dovuto creare una breccia nella diga per far fuoriuscire acqua sufficiente a farlo annegare e, con lui, annegare anche il rispetto con il crollo del suo lavoro. I sicari assoldati misero in atto i piani ma sbagliarono le misure e la diga crollò rovinosamente dando modo all’acqua di defluire repentinamente uccidendo non solo l’amante ormai superato ma anche il nuovo amante e gran parte del popolo. Avrebbe potuto sembrare una disgrazia ma, come si sa, i prezzolati non sono fedeli e così raccontarono tutto esponendo la regina all’ira del popolo rimasto e, soprattutto, all’ira funesta di Mattiaca che per vendicarsi della non fedeltà della sua Sacerdotessa, la condannò a… la fine della storia sarà raccontata dalla Compagnia Teatrale Lo Zodiaco di Caluso con la Ballata sulla Regina Ypa e la Ninfa Albaluce. Grazie a questa rappresentazione si potrà anche conoscere una delle leggende più accreditate sulla nascita dell’Erbaluce.
La millenaria storia di vita vissuta, tra Miti e Leggende, ha lasciato molti pregevoli segni nel territorio di Mattiacos (antico nome di Mazzè) e nelle sue frazioni: in centro a Mazzè, ad esempio, si può ammirare l’obelisco ritrovato in Dora che molto probabilmente dominava il luogo dalla cima del Monte Bicocca e che risulterebbe essere un menhir, riutilizzato dai Salassi come stele funeraria e cippo di confine.
Molte tradizioni tutt’ora in uso possono darci l’idea di come le genti di questo luogo siano radicate anche nelle nuove generazioni; esistono saperi che si tramandano di padre in figlio ed una di queste è sicuramente l’usanza nella frazione di Tonengo di realizzare i Canestrelli come dolce nuziale. Le donne impastano e formano le ‘balote’ (piccole palline) che gli uomini fanno cuocere in ferri a forma di pinze e queste delizie si potranno gustare mentre, in dolcezza, si va Alla ricerca della Felicita.
Appuntamento quindi per vivere un pomeriggio speciale, Tra Miti e Leggende!
Come si svolge il programma?
Carissima Nadia, ecco il link del programma e… buon divertimento!