Mistero a Levone

‘ Alla ricerca della Felicita ‘ – 4 settembre a Levone

 Mistero

Un tuffo nel misterioso passato per vivere meglio il presente

Domenica 4 settembre, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘ Alla ricerca della Felicita ‘ a Levone, dove si immergerà in un lontano passato che, se compreso, può dare ottime indicazioni per trovare la strada Alla ricerca della Felicita.

Il ‘mistero’ è un fenomeno certo e visibile cui non si riesce a dare una spiegazione razionale e rappresenta uno dei punti cruciali della storia dell’uomo; l’essere umano, infatti, non riesce ad accettare che, per quanti progressi abbia potuto fare nel corso dei secoli, esiste ancora tutta una serie di fenomeni non comprensibili razionalmente… eppure ci sono.

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Davide Motto, direttore artistico dell’evento, entra nel vivo dell’evento così:

“Cos’è la felicità se non un mistero dell’anima? E cos’è la donna se non, prendendo a prestito le parole del poeta Guido Gozzano, un mistero senza fine bello … E proprio di mistero e di donne parleremo nel nostro personale percorso nel piccolo borgo antico di Levone. Non solo i muri che hanno ospitato la storia ma anche e soprattutto le persone … anche e soprattutto le donne. Di Levone furono le “streghe” arse dopo il famoso processo presso il castello di Rivara. Donne. Donne capaci di leggere la natura. Donne che decisero di non sottomettersi e soprattutto di non spegnere la loro mente. Donne coraggiose e per questo uccise. Un mistero da non dimenticare per evitare che accada ancora e ancora e ancora”.

Levone è un piccolo comune che affonda le sue origini in un passato che ancora è visibile non solo nei suoi edifici storici come la Torre ed alcuni angoli dell’Antico Ricetto rimasti pressoché inalterati  o nella Parrocchiale di San Giacomo  ma anche in un ambiente naturale lussureggiante e molto accogliente.

Da una amabile conversazione con il Professor Pier Luigi Boggetto, apprendiamo che le donne sono sempre state protagoniste di questo luogo a partire dal primo documento ufficiale in cui è attore principale proprio una donna, tal Alisia. “…Certo è invece che l’atto rogato in data 24 giugno 1197, con il quale Alisia, figlia di Bertrando di Levone alla presenza dei consanguinei Adelberto, Willelmo e Berto, cedeva al Monastero di Belmonte la parte di diritti feudali che essa deteneva, dimostra come nonostante i discendenti di Viberto conte di Pombia si fossero stabiliti in Levone riuscendo ad avere la supremazia feudale, una gran parte di giurisdizione permanesse sempre agli antichi Signori (Aluiggi e Descalsi). Tale documento è il più antico giunto ai giorni nostri in cui sia citato il toponimo Levone…”  (Levone. Storia di una piccola comunità dal pagus romano al terzo millennio. Elena Morea Editore, Torino, 2003)

Il tema affrontato in questo pomeriggio potrebbe sembrare antico retaggio di un passato ormai superato ma, di fatto, è ancora di piena attualità se si considera che il fanatismo religioso è sempre stato ed è tutt’oggi una bella scusa per dare una valenza rispettabile ad una cieca e spietata ricerca di potere.

Il ‘Processo alle masche’ svoltosi nel Castello di Rivara nel 1474 che condannò al rogo due delle quattro donne accusate di stregoneria, è uno dei tantissimi episodi di un’epoca in cui la Chiesa, per mezzo dei suoi Inquisitori, per garantirsi un potere temporale che veramente poco ha a che vedere con la fede, cercava di estirpare ‘il male’ e, cioè, il retaggio tramandato oralmente ed ancora molto vivo nella popolazione, di una religione antecedente.

Il ‘Grande Culto della Dea Madre’ era il fulcro della religiosità dei Celti che, con l’osservazione della Natura e tramite i suoi doni, cercavano di dare spiegazioni plausibili alla vita che tutto pervade. Le sacerdotesse di un tempo, abili nell’utilizzare segreti tramandati oralmente, di generazione in generazione, diventano nemiche da abbattere. Queste donne conoscono troppi ‘segreti’ e, soprattutto, sono determinate a rimanere libere e non hanno nessuna intenzione di assoggettarsi ad una fede carica di dogmi e poverissima di spiegazioni. Per sconfiggerle occorre eliminarle e per riuscire nell’intento, con subdola infamia, si tramuta ciò che è bellezza e magia buona in stregoneria al servizio del diavolo.

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Gli antichi e positivi saperi come, ad esempio, l’uso benefico delle erbe, da sempre affidati alla delicatezza dell’essere femminile, mettono le donne in pericolo poiché concede loro un potere difficilmente governabile eppure, da quando esiste il mondo, sono proprio le donne che si assumono l’onere di proteggere, tutelare e curare la famiglia.

Oggi la ‘Santa’ Inquisizione non esiste più… ne siamo poi così sicuri? Tutti i giudizi e le condanne che ogni giorno formuliamo di fronte al nuovo o al ‘diverso’ non hanno forse il sapore di ‘processo alle streghe’? e, allargando lo sguardo, il fanatismo islamico che tanto riempie di cronache nefaste la nostra quotidianità, non ha le stesse caratteristiche espresse da quell’epoca oscura del nostro passato?

In questo pomeriggio Alla ricerca della Felicita, con un tono divulgativo ed assolutamente festaiolo, Beniamino ci guiderà alla conoscenza del nostro passato per comprendere ciò che ancor oggi capita in varie parti del mondo e per far sì che ognuno di noi possa agevolare un cambiamento positivo in cui le doti intuitive delle donne possano accordarsi con le doti razionali degli uomini creando, finalmente, quella unità d’intenti che sola potrà permettere al genere umano di ritrovare la propria felicità.

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