Tanto odiosi capricci…
Quante di noi, forse tutte, temono i capricci?! Il mio scenario quando rientro da lavoro (con tutte le mie buone intenzioni e tanta pazienza), lo vado a prendere all’asilo arriviamo a casa ed ecco che si scatena un uragano….tutti i giocattoli sparsi per casa, corre da una stanza all’altra ancora con la giacca e le scarpe ed io, ancora con la borsa in mano, che cerco di bloccarlo per spogliarlo. Dopo aver sudato sette camice, finalmente riesco a infilarmi la tuta e preparare la cena, ma per attirare la mia attenzione inizia a fare mille capricci e a lanciarsi sul divano da un bracciolo….fingo di non vederlo (sperando che la smetta dopo un po’) ma poi con il timore che si possa far male, lo sgrido dando inizio a un vero e proprio braccio di ferro…
A questo punto mi chiedo cosa sto sbagliando e affiorano i mille sensi di colpa, perché sta poco con me e troppo all’asilo, e le mille paranoie. Mi faccio mille domande del tipo:
“Cosa sono i capricci? Perché lì fa? ”
Leggendo un po’ di riviste mi è apparso un articolo interessante che cercava di spiegare la questione in maniera “mammesca” senza l’utilizzo di psicologie varie, in cui si affermava che il capriccio nasce nel momento in cui noi mamme siamo troppo indaffarate per dare retta al nostro piccolo invasato e si manifesta sotto forma di una richiesta ripetitiva e snervante (mamma guarda, mamma guarda).
Secondo gli esperti innanzitutto dobbiamo prevenire il capriccio. Se sappiamo che dovremo stare a lungo al telefono o al pc, facciamogli fare un nuovo gioco che lo appassionerà più dei soli soliti giochi.
Se al supermercato piange per avere le caramelle, diciamogli che le avrà solo se ci aiuterà a fare la spesa. Coinvolgiamolo e, compriamo le caramelle solo se si sarà comportato bene.
Se un bambino esplode in un capriccio che noi non vogliamo accontentare (tipo appendersi al mobile per prendere il biscotto) non guardiamolo, cambiamo stanza e aspettiamo qualche secondo… di solito gli passa e se non dovesse succedere facciamoci aiutare in qualche faccenda domestica così si distrae.
L’importante è fissare poche semplici regole ed essere intransigenti nel farle rispettare. Un bimbo che sa che “no significa no” è consapevole del fatto che non ha senso continuare, tanto con mamma e papà non porterebbe a nulla. E’ solo l’assenza di paletti che porta a disubbidire, a impuntarsi a urlare e a tiare tutto per aria.
Sono tutti dei buoni consigli, ma metterli in pratica (ci ho provato e continuo a farlo con poco successo) è molto ma molto difficile soprattutto se sei stanca e hai mille cose da fare…
A volte mi fermo a osservarlo e penso che abbia ragione nel volere le mie attenzioni, allora mollo tutto mi siedo a terra e gioco con lui…il suo viso s’illumina!
ASSOCIAZIONE MAMME DI CORSA
Siamo appena nati ma già pieni d’idee e buoni propositi.
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