Questa sera, Venerdì 28 ottobre 2016, al Teatro Q77 di Corso Brescia a Torino, per la rassegna Cambia-Menti 2.0 – il Teatro alle 20, è andato in scena Concert Jouet, concerto semi-serio per violoncello, Paola Torsi e voce, Paola Lombardi con la regia di Luisella Tamietto.
Ossatura portante di tutto lo spettacolo la bravura delle due protagoniste o, per meglio dire, l’armonia del suono del violoncello e della voce. Paola Lombardo ha una voce particolare, molto bella ed allenata ed è riuscita nell’intento di usarla come strumento armonizzandola benissimo con l’altra voce, quella del violoncello che, suonato da Paola Torsi, ha dato struttura e vigore allo spettacolo.
Molti i brani, noti e non, del repertorio eseguiti da entrambe in modo talmente fluido da nascondere agli spettatori tutte le difficoltà, veramente tante, del suonare e del cantare per gioco ma seriamente deliziando le orecchie.
Rimarchevole sicuramente, tra i tanti brani eseguiti, uno dei più famosi e difficili di Edith Piaf nella cui esecuzione la voce è riuscita a far emergere appieno bellezza ed armonia della composizione ed il violoncello, unico strumento, è riuscito a non far rimpiangere l’orchestra che normalmente accompagna questo pezzo.
E’ stato uno spettacolo fresco e molto scorrevole, intriso dell’ironia garbata ‘giocata’, è proprio il caso di dirlo, con battute fulminee e mai volgari, con una mimica facciale molto caricaturale e con un susseguirsi di scene che divenivano sempre più incalzanti con il passare dei minuti.
L’impressione è che i grandi e spessi occhiali che entrambe le protagoniste indossano diventino un mezzo per poter vedere quella parte ridanciana ed ingenua della vita che, nello svolgersi della giornata, ci perdiamo a causa dei tanti doveri cui far fronte. Sembra che lo spesso vetro di quegli occhiali voglia divenire una teca in cui salvaguardare una visione dell’esistenza umana che rischia di essere soffocata dalla mediocrità e dall’egoismo.
Gli abiti di scena, volutamente farseschi, dimostrano la volontà di affermare che non importa cosa ‘gli altri’ possano pensare di noi se possiamo continuare a vivere la nostra vita secondo la nostra visione creandoci il nostro piccolo mondo, sognante e poetico e, perché no, divertente nella sua semplicità e naturalità.
Si potrebbe definire Concert Jouet come uno spettacolo armonico in cui le varie componenti risultano ben equilibrate nel formare un tutt’uno che, seppure nella semplicità del ‘gioco’ nella sua forma più alta, ha espresso contenuti musicali seri e molto ben eseguiti.
Quando andrete a godervi questo spettacolo, non dimenticate di porre attenzione alle parole di alcuni pezzi perché nel cambiarle si è cercato, e la pratica è riuscita, di far sorridere un po’ di più.
Molti gli spettatori in sala che hanno goduto di questo spettacolo rimarcando ripetutamente con fragorosi applausi il loro gradimento.
Di seguito l’intervista rilasciata a fine spettacolo al Free Life Magazine:
Questo il link della pagina Fb di Concert Jouet
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