C’era una volta un povero spaccapietre che col sole o con la pioggia passava la giornata a spezzar sassi sul ciglio della strada.
“Ah, se potessi essere un gran signore,” pensò un giorno, “mi riposerei finalmente!”
C’era per aria un genio, che lo udì:
“Sia esaudito il tuo desiderio!” gli disse.
Detto fatto.
Il povero spaccapietre si trovò di colpo in un bel palazzo, servito da uno stuolo di domestici.
Poteva riposare a suo agio.
Ma un giorno lo spaccapietre ebbe l’idea di levar gli occhi al cielo, e vide ciò che forse non aveva guardato mai; il sole!
“Ah, se potessi diventare il sole!” sospirò.
“Non avrei neppure il fastidio di vedermi intorno tutti quei domestici!”
Anche questa volta il genio buono lo volle far contento.
“Sia come vuoi!” gli disse.
Ma quando l’uomo fu diventato il sole, ecco che una nube venne a passargli innanzi, offuscando il suo splendore.
“Potessi essere una nuvola!” pensò.
“Una nuvola è persino più potente del sole!”
Ma esaudito che fu, soffiò il vento, che ridusse a brandelli le nuvole nel cielo.
“Vorrei essere il vento che travolge ogni cosa!”
E il genio compiacente, di nuovo lo esaudì.
Ma, divenuto vento impetuoso e violento, incontrò la montagna che resiste anche al vento.
Trasformato in montagna, si accorse che qualcuno gli spezzava la base a colpi di piccone.
“Ah, poter esser quello che spezza le montagne!”
E per l’ultima volta, il genio lo esaudì.
Così lo spaccapietre si ritrovò di nuovo sul ciglio della strada nella sua prima forma di umile operaio.
Da allora in poi mai più si lagnò.
Considerazioni personali:
Bellissima parabola che descrive esaustivamente molti esseri umani.
E che si presta a molte interpretazioni e lezioni da imparare.
La prima è relativa all’accontentarsi. Chi non si accontenta mai di quello che ha, ma si focalizza sempre su quello che gli manca, vivrà una vita infelice e misera.
Sempre a rincorrere quello che gli altri hanno e sempre a lamentarsi di ciò che ha. La sua vita sarà lagnosa ed attirerà sempre la mancanza in ogni situazione poiché il suo atteggiamento manifesta ingratitudine verso ciò che l’Universo gli ha donato.
La seconda si riferisce alla “bacchetta magica”. Molti la cercano, tanti la desiderano, nessuno in realtà la trova. E meno male aggiungo io. Le cose ( materiali o interiori) bisogna sapersele guadagnare nella vita.
Nulla può essere donato gratis e se all’apparenza, alcune volte, ciò sembra accadere, in realtà alla fine si dimostra solo fumo che il vento spazza via. I guadagni spirituali come pure quelli materiali bisogna guadagnarseli lavorando seriamente e con costanza. Tutto il resto è solo aria fritta.
Ed infine la terza. La più significativa, dal mio punto di vista. Dopo tante prove e cambiamenti, lo spaccapietre torna a fare il lavoro iniziale perché quello è il suo Karma e attraverso quel lavoro passa la sua evoluzione in questa incarnazione attuale.
Noi non dobbiamo desiderare di essere qualcun altro o qualcos’altro, ma dobbiamo cercare di essere il meglio di ciò che siamo. La rosa non si sforza di essere un giglio e neppure lo desidera, ma cerca di donare la miglior fragranza che una rosa possa dare. Dovremmo sempre prender esempio dalla Natura.
Un grande abbraccio di Luce
Giuseppe Bufalo
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