Una volta, tanto tempo fa, c’era una terra dove la gente viveva felice. Tutti erano amici, si volevano bene, giocavano insieme, e si aiutavano. Erano tutti gentili, cordiali e premurosi. Erano così per la strada, a scuola, e anche quando c’era la coda da fare all’ufficio postale. Naturalmente, c’era un segreto.
A quel tempo, ogni bambino riceveva alla nascita un sacchetto colmo di “Dolci Coccole”. Le “Dolci Coccole“, erano molto apprezzate. Tutti quelli che le ricevevano, si sentivano pieni di dolcezza e di calda simpatia.
Coloro che non ne ricevevano, invece, si ammalavano di influenza, avevano il mal di schiena, appassivano, talvolta morivano. A quel tempo, però, era molto facile procurarsi delle “Dolci Coccole”.
Quando uno ne aveva voglia, si avvicinava ad un altro, e domandava:
– “Vorrei una “Dolce Coccola”!“
L’altro tuffava la mano nel suo sacchetto, e ne traeva una “Dolce Coccola”, che aveva più o meno le dimensioni della mano di una bambina. Chi la riceveva, la strofinava dolcemente sul cuore, sulle guance, o sulle braccia, e subito si sentiva invadere da una piacevole ondata di tepore e di benessere, sia nel corpo che nell’anima.
La gente a quel tempo si scambiava continuamente “Dolci Coccole” e, dal momento che erano assolutamente gratuite, se ne potevano avere a volontà! Così, quasi tutti vivevano felici, e si sentivano teneri e caldi. Quasi tutti.
C’era qualcuno che non era affatto contento di vedere la gente scambiarsi “Dolci Coccole”. Si chiamava Belzefà, ed era una strega perfida e perennemente arrabbiata. Belzefà architettò un piano diabolico: un mattino, piombò nel mezzo di una famigliola, si accostò al papà, che stava leggendo il giornale, e gli indicò la moglie che stava coccolando la bambina più piccola:
– “Non vedi tutte le “Dolci Coccole”, che tua moglie sta dando alla bambina? Se va avanti così, non ce ne saranno più per te!“
L’uomo si preoccupò:
– “Vuoi dire che a forza di donarle agli altri non ci saranno più “Dolci Coccole” nel nostro sacchetto?“
– “Certo!” – rispose la strega – “Ad un certo punto finiranno. Stop. Nisba. Nada!“
E ripartì ghignando a cavallo della sua scopa.
Il papà si sentì turbato dalle parole di Belzefà. Da quel momento, ogni volta che vedeva la moglie dare “Dolci Coccole” ai bambini si sentiva inquieto. Sempre più spesso si chiese se la strega potesse avere ragione. Un giorno ne parlò apertamente con la moglie. Anche lei si spaventò. La coppia decise che bisognava fare economia e usare con parsimonia le “Dolci Coccole” rimaste.
In breve tempo uomini, donne e bambini smisero di sorridersi l’un l’altro, di essere gentili, di aiutarsi.
Ma un giorno successe un fatto straordinario…
Una fanciulla dagli occhi pieni di luce ed un sorriso dolce e limpido, arrivò in quel triste paese. Pareva proprio, che non avesse mai sentito parlare della perfida strega, e distribuiva “Dolci Coccole” a piene mani, senza alcuna paura che le venissero a mancare. La ragazza le offriva gratuitamente, anche se nessuno gliele domandava.
I bambini la amavano tantissimo, perché si sentivano davvero bene con lei. Anche i bambini allora, tutte le volte che ne avevano voglia, si misero a distribuire “Dolci Coccole”, incuranti che potessero finire.
I grandi fecero una Legge per impedire di sprecare le “Dolci Coccole”, ma i bambini continuarono! E siccome i bambini sono più numerosi degli adulti, in breve tempo la terra iniziò a diventare nuovamente quel luogo dove la gente vive serena e felice.
Considerazioni personali:
Tutti vivevano felici in quel paese fino a quando in loro si instillarono i dubbi e le pre-occupazioni…
Dubbi e preoccupazioni ( mentali) non fanno altro che farci uscire dal presente per farci vagare nei mondi annebbiati che appartengono al futuro o al passato, quindi, completamente illusori.
La strega, che rappresenta simbolicamente la personalità, lo sfidante che è in ognuno di noi, invece di occuparsi delle situazioni che caratterizzano l’IO SONO nel presente, si proietta nelle pre-occupazioni legate alle possibili mancanze del futuro.
Chiaramente la dolce fanciulla rappresenta l’Anima che vive sempre nell’Attimo Eterno Presente.
L’ego le studia tutte per sopravvivere ed ingigantirsi. Vivere nel qui e ora lo sminuisce notevolmente.
Tutta la storia verte sulla simbologia legata al qui e ora, l’attimo presente.
In effetti, chi vive nel momento presente, gode di ogni attimo che la vita gli dona. Questa gioia inizia a venir meno nel momento che, mentalmente, passiamo dall’occuparci del presente al pre-occuparci del futuro.
I bambini, che sono ancora collegati alla Sfera Spirituale, non pensano mai al passato o al futuro, loro vivono pienamente, con tutto se stessi, la situazione presente godendo delle “coccole” che ogni istante può donargli.
Ecco perché Gesù amava dire:” “per entrare nel Regno dei Cieli dovrete tornare bambini”
“… i bambini allora, tutte le volte che ne avevano voglia, si misero a distribuire “Dolci Coccole”, incuranti che potessero finire….”
I bambini non hanno pre-occupazioni, si godono il momento…non pensano che la gioia presente potrà finire…per loro è questo l’eterno attimo presente.
Grandi Maestri di saggezza i bambini…
Chi invece vive nel futuro si pre-occupa…lo riconosci dalla propria ansia; chi si proietta costantemente nel futuro, infatti, diventa stressato e ansioso. Invece, chi ritorna spesso nel passato, si riconosce dalla sua depressione. E’ facile riconoscerli entrambi, il depresso e lo stressato = passato e futuro.
Come è facile riconoscere chi vive gran parte della giornata nell’attimo presente: la persona serena e centrata.
Intanto il presente passa via e non torna più indietro… ciò che si perde nel presente è perso per sempre.
Quindi cerchiamo di allenarci ogni giorno a sviluppare l’Attenzione che è lo strumento migliore per vivere nel presente.
Se mangi mangia, se cammini cammina, se lavori lavora, se guidi guida, se ami ama…
Non pensare ma concentrati sul presente.
…e vedrai che la vita assumerà i colori vivaci e creativi del presente…
Un abbraccio di Luce buon fine settimana per tutti
Giuseppe Bufalo
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