Questa mattina nel bellissimo contesto del Castello di San Giorgio Canavese, l’apertura di Expoelette 2016 con un programma veramente interessante (Link al programma) e che ha visto come ospite Livia Turco in qualità di Presidente della Fondazione Nilde Iotti.
Dopo il rituale taglio del nastro i saluti di benvenuto di Alberta Pasquero, Componente del Comitato Promotore che ha via via ceduto la parola ai rappresentanti le Istituzioni tra cui sono stati molto apprezzati il benvenuto del Sindaco di San Giorgio, Andrea Zanusso, e di Alberto Avetta, Vice-Sindaco della Città Metropolitana di Torino e Sindaco del Comune di Cossato Canavese. E’ stato anche formulato un augurio di buon lavoro al nuovo Sindaco di Torino, Chiara Appendino, che proprio oggi s’insedia con una concomitanza di date veramente particolare.
Finiti i saluti, si è proceduto nel programma con l’intervista svolta da Maria Teresa Martinengo, Giornalista La Stampa, a Livia Turco che per anni è stata parte attiva in politica e che in questo contesto è venuta a presentare un libro decisamente interessante.
Partendo dal presupposto che il ruolo fondamentale delle donne in politica non sia mai riconosciuto per come dovrebbe e di come ci si dimentichi di quanto abbiano apportato di positiva innovazione, ha iniziato a parlare con dovizia di particolari di come, ad esempio,
ci si dimentica sempre di dire che la nostra Costituzione, una delle migliori e più all’avanguardia, non ci sia stata data solo da ‘padri’ costituenti ma anche da ‘madri’ costituenti.
Il suo non è stato un racconto di parte, anzi, con una oggettività ed una saggezza che moltissimi Le riconoscono, ha raccontato delle 21 donne, sagaci, intelligenti, tenaci ed indomite che hanno dato il loro fondamentale apporto affinché le donne potessero avere quei diritti fondamentali fino allora negati come, ad esempio, il diritto di voto che festeggia proprio nel 2016 il suo settantesimo anniversario.
Ha continuato poi la sua vivace esposizione con molti esempi di singoli articoli della Costituzione che si sono potuti scrivere così solo grazie alla determinazione ed alla passione di queste temerarie che hanno saputo unire le forze nonostante le divergenze partitiche per ottenere ciò in cui credevano permettendo così alle donne italiane di avere una vita più dignitosa.
Mai avrebbero potuto supporre le donne come Nilde Iotti o Tina Anselmi o Angelina Merlin e molte altre, che alcuni dei diritti fondamentali della donna come, ad esempio, quello del congedo retribuito per il parto e l’allattamento, sarebbero nuovamente stati messi in discussione in una società come quella in cui viviamo che vede ancora le donne sotto scacco con il ricatto della firma del licenziamento in bianco se vogliono accedere ad un lavoro. A volte, anziché andare avanti si regredisce ed è proprio per questo che diventa sempre più importante l’istruzione e la conoscenza.
Proprio questi sono i motivi che hanno indotto molte autrici a scrivere il libro:
“Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia” (link alla scheda)
in cui si ripercorre tutto il grande lavoro svolto per tutelare ed aiutare le donne nella loro triplice funzione: cittadine, al pari degli uomini, lavoratrici e donne che hanno tutti i diritti di poter accudire la famiglia ed i figli.
Ed è proprio a questo punto che la collega Giornalista, Maria Teresa Martinengo, ha posto una domanda molto appropriata chiedendo perché, secondo Livia Turco, negli ultimi anni si sia vista una recrudescenza dei casi di Femminicidio; domanda più che naturale che, però, richiederebbe una risposta complessiva ben più approfondita di come la si può trovare nello spazio di tempo ristretto di una intervista.
Sicuramente, ha risposto l’interpellata, i casi di violenza sulle donne hanno una matrice profonda e storica che risiede, anche, nel non aver saputo far progredire di pari passo i diritti delle donne ed una nuova visione del ruolo maschile che, ancor oggi, non trova una sua più moderna interpretazione; insomma, l’uomo fa fatica a ritrovare se stesso dopo aver perso lo status di padre-padrone. Questa può essere una delle ragioni per cui, a volte, scatta una violenza insensata e assolutamente deprecabile.
Credo che quello presentato da Livia Turco sia un libro che dovrebbe essere inserito nella scuola come libro di testo per fare in modo che i ragazzi comprendano e capiscano tutte le implicazioni ed i pensieri profondi che sono alla base di una legge e, soprattutto, che imparino ad amarsi ed a rispettarsi in un rapporto finalmente paritetico che superi, una volte per tutte, ruoli di genere arcaici e stereotipati per lasciar posto a rapporti basati sul rispetto di se stesso e dell’altro.
Una delle sensazioni più appaganti provate nell’assistere a questa splendida intervista, è stato il ritrovare nelle parole e nei toni di Livia Turco, un agone politico deciso e pieno di passione ma rispettoso del pensiero e delle posizioni degli altri, il dire le cose che si pensano anche con toni accesi ma sempre con una educazione che non permette insulti ed improperi.
A pensarci, forse, il tutto può apparire un po’ ‘retrò’ ma sarebbe bello poter tornare a sentire dibattiti in cui, dopo gli scontri della campagna elettorale, i politici di oggi potessero parlare educatamente con il fine di trovare mediazioni e legiferare inserendo norme utili a tutti i Cittadini ed all’Italia intera.
Con questo libro, non solo si sottolineano i grandi meriti delle donne che hanno lottato per veder riconosciuti i loro diritti ma, forse, può servire anche a dimostrare nei fatti che, quando c’è la giusta motivazione, una politica al servizio degli altri e non dei propri interessi è possibile.