Grazie alla Compagnia Teatrale ‘ Lo Zodiaco ‘ di Caluso, La Regina Ypa e la Ninfa Albaluce saranno ospiti d’onore all’evento Essenzialmente Donna in programma per Domenica 12 marzo 2017 al Castello di Moncrivello.
In questa splendida occasione in cui si avrà l’opportunità di conoscere come le varie sfaccettature dell’essere femminile siano state descritte in varie arti e con diverse visioni, non potevano certo mancare queste due protagoniste della storia leggendaria del Canavese e di uno dei suoi frutti più ricercati: l’ Erbaluce.
Come sempre quando si parla di leggende, non esiste una sola versione e la storia di Ypa non fa eccezione il suo ritratto, infatti, è dipinto in varie tinte, a volte buie e paurose, a volte fiammeggianti di passioni, amori e tradimenti e, altre volte, ed è proprio questo il caso, con toni forse meno esasperati ma sicuramente più convincenti.
La Regina Ypa
La Regina Ypa che giungerà in Castello a Moncrivello, non sarà la donna bisbetica e traditrice delineata in altre occasioni (vedi questo articolo) ma sarà una figura più pacata, dedita alla Dea e compenetrata nella sua funzione di Regina e Sacerdotessa anche se, involontariamente, sarà causa di tante morti proprio degli uomini che voleva aiutare.
Il fatto è che la vicenda si svolge in un’epoca molto lontana nel tempo che ci riporta a quando il canavese era praticamente un grande lago originato dal grande ghiacciaio che si stava ritirando. Sulle alture vivevano sparute tribù di raccoglitori-pescatori ed a questi si stavano aggiungendo i Celti che, arrivando in Italia sulla via del sale, pian piano stavano colonizzando dalla Valle d’Aosta in giù.
L’arrivo di questi nuovi ospiti creò una carenza di viveri poiché le poche risorse non bastavano per tutti così, Ypa, si rivolse alla Dea chiedendo l’ispirazione giusta per aiutare i suoi amati sudditi e le parve giusto il suggerimento di tagliare la collina di Mazzè in modo che le acque del grande lago, potessero defluire a valle lasciando alle loro spalle molta terra coltivabile.
Convinta della bontà del progetto, fece sì che le sue genti comprendessero il progetto e dessero il via ai lavori di sbancamento. Purtroppo, però, a causa di una pioggia torrenziale lunga ed insistente, il cantiere fu invaso da tantissima acqua e terra e molti vi trovarono un’orrenda morte.
Disperata Ypa non seppe resistere al dolore e pare che, ancor oggi, vaghi per le campagne e che, in alcune particolari notti, si sentano ancora i suoi lamenti.
La Ninfa Albaluce
Il tempo di cui parliamo, era anche il tempo in cui nei luoghi non troppo abitati si potevano ancora avere contatti con tutta una serie di esseri non umani ma presenti alla vita ed Albaluce era proprio una di questi essendo una bellissima Ninfa delle Acque e questa è la sua storia:
lontano, lontano nel tempo, quando l’armonia regnava incontrastata e gli uomini ancora veneravano come dèi gli elementi naturali, sulle colline moreniche lasciate dal grande ghiacciaio che si stava ritirando, vivevano le ninfe dei boschi, dei fiori, delle sorgenti e di tutti quegli elementi naturali che permettevano la vita.
L’ Alba, un bel giorno, si innamorò del Sole e fu prontamente da Lui ricambiata. Il loro pareva essere un amore impossibile poiché quando il Sole compariva nella sua pienezza, Alba era già sparita per lasciar posto al Giorno. Ma l’Amore ha sempre molte vie che conducono al coronamento del proprio desiderio: la dolce, Luna, sorella del Sole, si intenerì e decise di aiutarli.
Un mattino, in accordo con il fratello, rimase in cielo proprio nel punto in cui doveva comparire il Sole dandogli così l’opportunità di raggiungere, non visto, la sua Alba. I due poterono finalmente coronare il loro sogno d’amore proprio sul Bric di Caluso.
Da questa unione nacque una bellissima creatura che aveva la carnagione pallida ed argentea della Luna, gli occhi del color del cielo ed i capelli biondi e luminosi come i raggi del Sole. Le venne dato il nome di Albaluce e sul luogo dell’incontro sorse un tempio. Questa figlia del Sole e dell’Alba era talmente bella ed amabile che gli abitanti del posto erano usi portare al tempio molti doni frutto della Terra, dell’Acqua e del loro lavoro.
Tutto bene, quindi? Non proprio poiché dopo un po’ di anni, la Regina Ypa decise che per nutrire il suo popolo che aumentava, occorreva bonificare la zona ottenendo più terra coltivabile e questa decisione, creò il gran disastro.
Al tempio andarono solo più sette devoti rimasti fedeli alle vecchie tradizioni ma, purtroppo, non avevano più la possibilità di portare doni. La dolce Albaluce appreso ciò che stava capitando, si rattristò ed il suo sconforto portò le lacrime ai suoi occhi; una di queste cadde andando a bagnare il suolo arido e, proprio in quel punto, nacque un vigoroso arbusto che portava tralci carichi di grappoli di succosa e dolcissima uva bianca che racchiudeva in sé la dolcezza dell’Alba e la luminosità del Sole e fu così che, dal pianto di una ninfa, nacque il vitigno dell’ Erbaluce.
Perché esserci
Noi, uomini moderni, tutti presi dalla nostra tecnologia e dal nostro progresso scientifico, siamo portati dalla nostra stessa presunzione a sottovalutare i grandi messaggi insiti in queste leggende che, tramandate di generazione in generazione, possono ricordarci quanto piccola e limitata sia la nostra visuale sugli accadimenti.
Quanti di noi, infatti, hanno consapevolezza di quanto poco il nostro sguardo possa andare lontano e di quanto siamo parte di una Natura che va avanti per il suo corso e che si basa su motivazioni che il nostro limitato cervello non può comprendere?
La Regina Ypa e la Ninfa Albaluce ci insegnano che la Grande Dea Madre ha i suoi progetti che ci coinvolgono ma che non possiamo comprendere fino in fondo; quella che è stata la loro disperazione è per noi fonte di gioia e di benessere. Noi, infatti, calchiamo e coltiviamo quella terra strappata al grande lago da Ypa ed alleviamo su di essa un vitigno unico in grado di darci ben tre tipi di vino!
Il male ed il bene si rincorrono da millenni e così sarà sempre su questa terra e ciò che oggi ci pare disgrazia, domani può divenire benedizione.
‘ Lo Zodiaco ‘, domenica 12 marzo, porterà in scena al Castello di Moncrivello, personaggi ed eventi che, vissuti come pubblico attento alla coinvolgente rappresentazione, ci possono insegnare molto e possono farci fare qualche passo in avanti per poter intuire un pezzettino in più della nostra vita.
Compagnia Teatrale ‘ Lo Zodiaco ‘
Il Gruppo Teatrale ‘ Lo Zodiaco ’ nasce nel 1981 per continuare l’esperienza di un corso di recitazione organizzato dal Comune di Caluso.
I partecipanti al corso, sorretti da una irrefrenabile passione per il teatro e coordinati da Simona Salvetti e Francesca Siragusa che a tutt’oggi ne rappresentano l’anima, decisero di mettersi alla prova calcando realmente le assi del palcoscenico e rapportandosi con il pubblico. Presa la decisione, rimaneva ancora da chiarire quale potesse essere il repertorio da portare in scena ed in questo fu provvidenziale l’aiuto di Claudio Montagna che, attingendo dalle storie e dai personaggi dei paesi canavesani e trasformandoli poeticamente, creava spettacoli pieni di suggestioni visive e musicali che divenivano sempre più complesse e strutturate con il passare del tempo.
Quando Claudio Montagna, pur rimanendo in contatto con il gruppo, ha dovuto seguire altri progetti, la parte creativa è passata a Simona Salvetti e Francesca Siragusa che, nel solco di quanto già fatto, hanno cominciato a metter mano ai copioni e dal loro primo intervento è nata proprio la rappresentazione del personaggio della Regina Ypa.
Il Gruppo Teatrale ‘ Lo Zodiaco ’ di Caluso, da più di trent’anni, recita per riscoprire voci ed atmosfere del Piemonte di ieri e di oggi mettendo in scena 179 lavori e recitando in ogni tipo di spazio: piazze, strade, scuole e case, chiese e castelli, ristoranti e discoteche, fontane e teatri come il Piccolo Regio, l’Alfieri, il Teatro Nuovo, l’Erba, il Fregoli ed il Teatro Carignano di Torino, I Teatri Comunali di Vercelli ed Aosta, il Sociale e l’Odeon di Biella, il Giacosa e la Serra di Ivrea.
Negli anni ha realizzato corsi di aggiornamento per insegnanti, incontri di poesia, danza e musica. In collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, ha organizzato rassegne teatrali e convegni.
A riconoscimento del valore del suo operato, il Gruppo Teatrale ‘ Lo Zodiaco ’, è tra i protagonisti di una tesi di laurea e compare in più di un libro sul Teatro Piemontese Contemporaneo.
Nel tempo Lo Zodiaco è cambiato nei suoi componenti ma l’insieme è sempre vivo e pronto ad accogliere facce nuove per ricaricarsi di energia e rimane incapace di staccarsi da questo ‘strano vizio’ che è il teatro e che, riecheggiando e prendendo a prestito i versi del Sommo Poeta, “intender non lo può chi non lo prova”.
Programma dell’ evento Essenzialmente Donna