Prevenzione… si può fare a tavola?
Cominciamo il nostro percorso di prevenzione dicendo che un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto all’alimentazione.
La domanda basilare è: perché ci alimentiamo?
In teoria, per fornire al nostro corpo i nutrienti necessari al buon funzionamento dell’organismo, anche se poi, in realtà, si finisce col mangiare anche per noia, per stress, per piacere, ecc.
Ci si alimenta per permettere al nostro corpo di avere disponibile tutto ciò che gli serve per sostenere le funzioni vitali ed anche per avere l’energia necessaria a muoversi, a pensare, a gestire lo stress quotidiano.
E allora quali sono questi nutrienti? Come agiscono?
Se, per un’ipotesi assurda, una fetta di torta avesse le stesse calorie di una porzione di macedonia, pensate che per il nostro organismo sarebbe indifferente introdurre l’una o l’altra?
O se una porzione di patatine fritte fosse equivalente, sempre in termini di costituenti essenziali e di calorie, ad una mela, sarebbe lo stesso per il nostro corpo?
Ebbene non lo è affatto, così come il gasolio non è sostituibile alla benzina in un qualsiasi automezzo.
Anche se siamo onnivori, e quindi per fortuna possiamo mangiare un po’ di tutto, ogni elemento che decidiamo di mettere in bocca andrà, una volta digerito e incorporato, a “toccare” il DNA in modo da attivare o reprimere determinati geni che regolano il metabolismo, il cui risultato sarà nocivo o salutare a seconda di ciò che abbiamo mangiato, ovvero di quali nutrienti abbiamo scelto, consapevolmente o no, di introdurre.
Il DNA è il nostro codice genetico, un filamento a doppia elica lunghissimo che contiene i geni deputati a codificare le proteine necessarie al nostro metabolismo.
Questo DNA è unico e non cambia col tempo, ma viene “colpito” da molecole o elementi che possono rendere meno efficienti o difettosi i processi che regolano il controllo della trascrizione, e quindi, a lungo andare, determinano l’inizio del processo patologico.
Questi “proiettili vaganti” che colpiscono il DNA arrivano anche dal metabolismo alimentare, come, ad esempio, il glucosio, che si lega a proteine e recettori, rendendoli “difettosi”(da qui il diabete tipo due); i gruppi metilici, correlati alla formazione della placca aterosclerotica e ad alcuni tipi di tumore.
Infine, come non citare i famosi i radicali liberi, prodotti dal metabolismo energetico, che sono altamente instabili e si legano agli atoni di ossigeno, intossicandoci. Questi ‘radicali liberi’ sono responsabili dell’invecchiamento precoce e di molti processi patologici (cataratta, artrite, cancro,ecc…), ma, fortunatamente, possono essere neutralizzati dagli antiossidanti, che madre natura ci ha regalato.
La buona notizia è che il DNA possiede anche la capacità di ripararsi, tramite appositi geni, di aggiustare cioè quei danni provocati dai “proiettili” di cui sopra.
Ma anche questa capacità di riparazione dipende, guarda caso, da ciò che mangiamo e dal nostro stile di vita.
Andremo quindi a conoscere e valutare i diversi gruppi di nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali, ecc.) per vedere se e come sono responsabili di danni o riparazioni per il nostro DNA e la nostra salute perché la prevenzione si può fare a tavola.
Tutto ciò non ha niente a che vedere col discorso “dieta”, che di solito è un rigido schema alimentare noioso e ripetitivo, mirato solo alla perdita di peso (perlopiù temporanea) con le varianti più fantasiose ( dieta del minestrone, del fantino, iperproteica, iposodica, e chi più ne ha più ne metta).
La sana alimentazione non è solo il contare le calorie, anzi, non lo è affatto.
E’ vero che bisogna evitare e combattere l’obesità anche a tavola, ma quando si comprende quali sono i cibi da favorire perché ci fanno bene e quelli da ridurre o, se possibile, evitare del tutto perché nocivi, verrà spontaneo correggere le proprie abitudini alimentari, senza troppe restrizioni che ci inducono solo a “sgarrare”.
Sarebbe bello che l’educazione alimentare venisse introdotta già nelle scuole elementari, perché è il bambino che deve diventare un adulto sano.
L’adulto, se non è sano, dovrà faticare non poco a contrastare l’invecchiamento che gli va incontro e che gli presenta il conto delle sue scelte di vita, a tavola e in altri ambiti.
Prevenzione… si può fare a tavola!