Teatro delle ombre al Museo Valdese di Torre Pellice TO

Pur essendo a-confessionali e non aderendo a nessuna religione in particolare vogliamo dare spazio a questo evento che ci pare molto significativo e lo facciamo in uno spirito di rispetto assoluto per una Chiesa che ha sempre avuto la nostra stima e che merita di essere ancora più conosciuta (ndr)

TEATRO DELLE OMBRE AL MUSEO
DOMENICA 13 MARZO 2016 – Esilio e Rimpatrio
Museo valdese – ore 16:00

Il Teatro delle ombre è stato adottato per raccontare la Storia valdese ai più piccoli, a partire dai cinque anni in su, da un gruppo di volontari e volontarie del museo valdese, perlopiù guide ai musei valdesi, coordinato dalla responsabile della formazione e dei servizi educativi presso la Fondazione Centro Culturale Valdese di Torre Pellice.

Si tratta del quarto anno di presentazioni e laboratori collegati, ovvero la sperimentazione dei bambini nella preparazione delle sagome. I cicli sono stati autunnali e primaverili. Il primo era stato su Valdo (le origini del movimento valdese) nell’autunno del 2013. Sono seguiti i racconti su Gianavello, su Beckwith, e sulla Riforma Protestante; il 13 marzo alle 16 verrà messo in scena il periodo dell’Esilio e del Rimpatrio

L’intento è stato fin dall’inizio di narrare la Storia Valdese nel modo più fedele possibile, con un linguaggio comprensibile ai bambini.  Le persone implicate sono molte, dalla scrittura dei testi, alla loro revisione e adattamento per i piccoli in un linguaggio a loro comprensibile, alla preparazione materiale delle sagome in cartone, alla presenza durante l’animazione.

I risultati sono stati positivi: il pubblico nel tempo ha visto in media trenta persone in sala, bambini e accompagnatori, in arrivo principalmente dal territorio limitrofo, o da Torino. Ora, dopo i progetti messi in atto con una scuola e nelle Chiese valdesi, in prospettiva si immagina di veicolarlo attraverso internet, viste le richieste provenienti da altre località italiane.

LocandinaEsilioRimpatrio

Per saperne di più clicca su questo link: Fondazione Centro Culturale Valdese

I valdesi chi e che cosa sono

La Chiesa valdese nasce nel 1532 nelle Vallate del Pellice, del Chisone e del Germanasca in Piemonte (oggi note come Valli Valdesi) ed è l’unica chiesa, nata nella Riforma protestante sul territorio italiano, sopravvissuta alla Controriforma.

La Chiesa valdese prende il suo nome da Valdo, che fondò intorno al 1170 il movimento dei Poveri di Lione, dopo la sua morte chiamati valdesi. I valdesi medioevali erano pauperisti, pacifisti, con una fede legata in modo letteralista al testo biblico, letto e diffuso in lingua volgare. Dalle contraddizioni tra testo biblico e realtà della chiesa medievale, nacque la loro critica della Chiesa di Roma. Vennero ben presto perseguitati dall’ Inquisizione come eretici.

La presenza di sostenitori del movimento valdese nelle Vallate del Piemonte contribuì all’adesione dei Comuni di quella zona alla Riforma protestante. In memoria del movimento medioevale, sotto alcuni aspetti precursore della Riforma del ’500, la Chiesa ha conservato il nome valdese.

La sanguinosa storia della Chiesa valdese, che ha visto persecuzioni, roghi, ghettizzazione e angherie di tutti i tipi, finì definitivamente il 17 febbraio 1848, quando il Re Carlo Alberto di Savoia con le Lettere Patenti riconobbe ai suoi sudditi valdesi ed ebrei i pieni diritti civili.

Con l’Unità d’Italia la situazione religiosa del Regno di Sardegna si estese su tutto il territorio nazionale e permise ai valdesi e ad altre confessioni evangeliche, la fondazione di chiese nelle città italiane.

La Chiesa valdese fa parte della famiglia delle Chiese riformate (calviniste), quindi è membro della Comunione delle Chiese Riformate, è molto attiva nel dialogo ecumenico a livello nazionale e locale e a livello internazionale (Consiglio Ecumenico delle Chiese). Come chiesa protestante, e certamente a motivo della sua storia, la Chiesa valdese è impegnata nella difesa della libertà di coscienza, di pensiero e di religione e sostenitrice della laicità dello stato.

 

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