Domenica 7 agosto, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘ Alla ricerca della Felicita ‘ a Bairo, Tra Alchimia e Vigneti: un percorso tracciato per poter comprendere la positiva trasmutazione degli elementi.
Il termine ‘Alchimia’ rappresenta un complesso ed importante sistema filosofico antico che racchiudeva in sé molte discipline e che non si può certo spiegare nell’ambito di un articolo di giornale. Importante, però, è ricordare che era un sistema filosofico esoterico, quindi espresso attraverso simboli pienamente comprensibili ai soli iniziati ed ecco spiegato perché, ancor oggi, si pensa che l’Alchimia fosse alla ricerca della trasmutazione del piombo in oro. In realtà, il processo alchemico consisteva nel poter trasmutare in positivo (oro, metallo nobile famoso per la sua incorruttibilità), ciò che nell’uomo c’è di negativo (piombo, metallo di base) per permettere all’essere umano di trasmutare le sue proprie energie interne riscoprendo la sua vera essenza più profonda cosa, questa, assolutamente indispensabile per chi, come Beniamino, si sia messo in viaggio ‘Alla ricerca della Felicita’.
Davide Motto, direttore artistico dell’evento, racconta il programma così:
“Alla ricerca della Felicita fa tappa nel piccolo borgo antico di Bairo di cui già il Bertolotti scrisse “… lo ricordo con piacere e mi pare di vederlo là su luogo elevato, riparato a settentrione da colline, vestite di folti arboretti … gli abitanti sono di complessione assai forte e in gran parte dati all’agricoltura.”
Ed è proprio addentrandoci tra le coltivazioni e le alchimie che trasformano la terra in meraviglie che attraverseremo Bairo alla ricerca della nostra personale felicità. Tra torri antiche, chiese esistenti e chiese scomparse, tra l’antico ricetto e la magia del vecchio mulino, tra campi incontaminati e pascoli e l’arte dell’ippica. Il tutto in un mescolarsi tra storia e presente, tra magia e realtà”.
L’Alchimia che ritroveremo in questo pomeriggio a Bairo, quindi, è simboleggiata da un processo che vede all’opera tutti gli elementi della natura grazie ai quali, la terra dona frutti ed i frutti si trasformano in doni per il benessere dell’uomo.
Si visiteranno i vigneti e si potrà conoscere un vitigno che porta il nome del luogo in cui si trova: il neretto di Bairo. Questo vitigno ha origini incerte e molto antiche e, nonostante sia di difficile coltivazione ed abbia basse rese, le sue uve sono di qualità con una acidità più bassa del Barbera ed un buon livello di zuccheri.
A questo punto si può comprendere come, proprio qui a Bairo, sia nato il famoso Amaro Bairo che compariva per la prima volta nel 1898 nel catalogo della ‘Premiata Distilleria e fabbrica liquori d’Emarese in Bairo’ e che venne reso noto soprattutto negli anni settanta del secolo scorso quando la Buton iniziò la produzione a livello industriale e lo commercializzò con il nome di Elisir Amaro Don Bairo, l’Uvamaro pubblicizzandolo in Carosello.
Protagonista era il fraticello Cimabue che ne combinava di tutti i colori; ad ogni suo errore gli altri frati gli cantavano: ‘Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due!’ e lui, imperterrito rispondeva: ‘Ma che cagnara, sbagliando s’impara!’ Lo spot terminava con l’arrivo del Frate Priore accompagnato da un sonoro che recitava: ‘…Frate Priore che è un intenditore, tirò fuori un liquore al mondo raro, così nacque Dom Bairo l’Uvamaro, anno di grazia 1452’.
Grazie a questa data, 1452, scopriamo che la ricetta originale dell’Amaro Bairo, composto da vino aromatizzato con diverse erbe e radici aromatiche, è nata proprio nel tempo in cui l’Alchimia occidentale era in auge e grazie alla perizia di uno dei personaggi storici più famosi di Bairo: Pietro Bairo (Bairo 1468 – Torino 1558), medico alchimista molto apprezzato, professore all’Università di Medicina di Torino e primo medico di corte del Duca Carlo Giovanni Amedeo di Savoia e di Carlo III, che morì a Torino e fu sepolto a in Duomo dove è ancora visibile una lapide che lo ricorda.
Nel pomeriggio, Tra Alchimia e Vigneti, si potranno ammirare anche molti storici edifici come il Palazzo d’Emarese, Casa Cima attuale sede del Comune, la Torre Rossa che è ciò che rimane dell’antico castello e l’adiacente Chiesa di Santa Marta, la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire consacrata nel 1777 con la sua splendida facciata e molto altro ancora.
Alla ricerca della Felicita, domenica 7 agosto, vi condurrà a percorrere un itinerario in cui ci si potrà arricchire interiormente Tra Alchimia e Vigneti!